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Esercizio 1 Dialogo

Di seguito trovi alcuni audio tratti dal Dialogo di questa lezione.
Ascolta gli audio e fai il test di comprensione rispondendo alle domande con Vero (V) o Falso (F).

C'era un signore che era un grande lavoratore. V

Il signore invidiava un pescatore. V

Il pescatore era ricco e andava in vacanza in un paese in montagna. V

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Risposte

Il testo seguente è tratto (e opportunamente modificato per l'esercizio) dal racconto "Ricordi di scuola" di Giovanni Mosca (1908 - 1983) pubblicato dalla Rizzoli BUR 1985. Identifica le frasi di discorso indiretto e trasformale in discorso diretto:

Esempio:

«"Chi sei?" mi domandò la segretaria, aggiungendo poi che il Signor Direttore riceveva solo gli insegnanti a quell'ora. "Sono il nuovo maestro..." dissi, e le feci vedere la lettera.»

«"Chi sei?" mi domandò la segretaria, aggiungendo poi che il Signor Direttore riceveva solo gli insegnanti a quell'ora. "Sono il nuovo maestro..." dissi, e le feci vedere la lettera.»

La segretaria aggiunse: «il signor Direttore riceve solo gli insegnanti a quest'ora.»

«...La segretaria spaventata entrò dal Direttore il quale subito dopo uscì e appena mi vide si mise le mani nei capelli. "Ma cosa fanno al Provveditorato Scolastico?" gridò, "io chiedo un maestro molto severo e cattivo, capace di domare i diavoli che abbiamo qui e invece mi mandano un ragazzino!"
Mi chiese quanti anni avessi e io risposi che ne avevo venti. "Ne dimostrate sedici" continuò lui! E aggiunse che sembravo uno studente troppo cresciuto, non un maestro. Poi disse: "l'ultimo maestro, anziano e molto conosciuto per la sua autorità, se ne andato via ieri piangendo! Per questo abbiamo richiesto un altro maestro. Gli studenti che abbiamo in questa classe sono diavoli scatenati!". Mi guardò in faccia di nuovo e mormorò a bassa voce: "se almeno avesse i baffi!".
Mi accompagnò davanti alla porta della classe "quinta C". Si udivano grida, rumore di banchi trascinati, spari di petardi e canti.
Il Direttore mi strinse un braccio e disse: "il peggiore di tutti si chiama Guerreschi"; poi mi lasciò solo davanti alla porta.
Se la mia famiglia non avesse avuto bisogno del mio stipendio mi sarei detto di andare via, che non valeva la pena restare... Ma i miei fratelli attendevano impazienti che io riempissi i loro piatti vuoti e allora mi dissi: "Coraggio, entriamo!" e aprii la porta.
Improvvisamente silenzio...»

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Continuiamo con il testo tratto (e opportunamente modificato per l'esercizio) dal racconto "Ricordi di scuola" di Giovanni Mosca. Sul dizionario d'italiano cerca il significato delle parole evidenziate in neretto e inseriscilo negli appositi spazi.

Esempio:

«Strinsi i pugni, feci forza a me stesso per non dire niente: una parola sola avrebbe rotto l'incanto e io dovevo aspettare, non precipitare gli avvenimenti

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  1. stringere = v. (verbo) tr. (transitivo) irr. (irregolare) pass. remoto"strinsi..."; avvicinare con forza, comprimere...
  2. fare = v.tr.irr. pass. remoto "feci..."; agire, operare...
  3. forza = s. (sostantivo; nome) f. (femminile); fig.(espressione diomatica) "fare forza (su se stessi)", costringersi, darsi coraggio...
  4. precipitare = v.intr. (ausiliare essere); ... fig. "precipitare gli avvenimenti o eventi", accelerare i tempi...
  5. avvenimento = s.m. (maschile); fatto accaduto, che accade o che deve accadere

«...Ne approfittai per richiudere la porta e andare alla cattedra. Seduti sui banchi, forse sorpresi dal mio aspetto giovanile e non sapendo ancora se fossi un maestro o un ragazzo, quaranta studenti mi fissavano minacciosamente .
Era il silenzio che precede le battaglie. Fuori era primavera.
I ragazzi mi fissavano e io li fissavo a mia volta, come il domatore fissa i leoni. Immediatamente compresi che il capo, quel Guerreschi di cui m'aveva accennato il Direttore, era il ragazzo in prima fila, - piccolissimo, testa rapata, due denti di meno, occhietti piccoli e feroci - che palleggiava un'arancia e mi guardava la fronte.
Si capiva benissimo che nei riguardi del frutto non aveva intenzioni mangerecce.
Il momento era venuto.
Guerreschi mandò un grido, strinse l'arancia nella destra, tirò indietro il braccio, lanciò il frutto, io scansai appena il capo, l'arancia s'infranse alle mie spalle contro la parete. Scacco : forse era la prima volta che Guerreschi sbagliava un tiro e io, il maestro, non mi ero spaventato.
Ma non era finita.
Inferocito, Guerreschi si drizzò in piedi e mi puntò contro - caricata di palline di carta inzuppate di saliva - la sua fionda con l'elastico rosso, il colore del capo.
Era il segnale: quasi contemporaneamente gli altri trentanove ragazzi si alzarono in piedi e mi puntarono contro le loro fionde - di elastico comune.
Il silenzio s'era fatto più forte...»

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Risposte

Continuiamo con il testo tratto (e opportunamente modificato per l'esercizio) dal racconto "Ricordi di scuola" di Giovanni Mosca. Identifica le frasi di discorso diretto e trasformale in discorso indiretto:

Esempio:

Nel silenzio i ragazzi fissavano il maestro. Guerreschi si chiedeva: "Dove posso colpire il maestro, sul naso o sulla fronte?"

Guerreschi si chiedeva dove potesse colpire il maestro, se sul naso o sulla fronte.

«...All'improvviso, ingigantito dal silenzio si udì un ronzio: c'era un moscone in classe. Io capii la domanda che si formulò nel cuore dei ragazzi: "dobbiamo colpire il moscone o il maestro?"
Bruscamente dissi: "Guerreschi" (il ragazzo sobbalzò meravigliato che conoscessi il suo nome) "ti sentiresti capace di colpire il moscone con un colpo di fionda?"
"È il mio mestiere" rispose Guerreschi con un sorriso.
Un mormorio corse fra i compagni. Le fionde puntate contro il maestro si abbassarono e tutti gli occhi si rivolsero verso Guerreschi che, uscito dal banco, prese di mira il moscone, lo seguì, tirò, la pallina di carta fece "den" contro la lampada ma il moscone, tranquillo, continuò a ronzare come un aeroplano.
"A me la fionda" dissi.
Masticai a lungo un pezzo di carta, ne feci una pallina e, con la fionda di Guerreschi, presi di mira il moscone. La mia salvezza e il mio prestigio erano affidati a quel colpo.
"Ricordati", dissi a me stesso, "di quando eri uno studente e nessuno ti superava nell'arte di colpire i mosconi". Poi con mano ferma lasciai andare l'elastico e il moscone, tac, cadde morto ai miei piedi.
"La fionda di Guerreschi", dissi a voce alta e sicura, "è nelle mie mani. Ora aspetto le altre!"
Con un mormorio di ammirazione e a testa bassa, i ragazzi, uno per uno, sfilarono davanti alla cattedra e mi lasciarono le fionde. Calmo calmo, come se niente fosse successo dissi: "Ripassiamo i verbi. Guerreschi, alla lavagna!"»

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Risposte

Trasforma le seguenti frasi da discorso INdiretto a discorso diretto.

Esempio:

I ragazzi pensavano che il maestro non fosse capace di fare lezione.

I ragazzi pensavano: "Il maestro non è capace di fare lezione."

1) Il Direttore chiede alla Signora Rossi, la segretaria, di telefonare ai genitori degli studenti e convocarli a scuola.

2) Io chiesi agli studenti se fossero spaventati per l'esame.

3) Gli studenti risposero che avevano studiato molto ed erano preparati per l'esame.

4) Il Direttore pensò che gli studenti avrebbero fatto scappare anche questo maestro.

5) Il Direttore disse al maestro di fare attenzione.

6) Il maestro dirà sicuramente agli studenti di concentrarsi di più sullo studio della musica e della pittura.

7) Il maestro chiederà se ci sia qualche studente interessato alle lingue straniere.

8) Tu hai detto che a tuo fratello piacerebbe studiare musica in quella scuola famosa.

9) Ma una volta dicevi che a tuo fratello non piaceva per niente studiare.

10) Io ho chiesto a tuo fratello quando avrebbe iniziato a studiare in quella scuola famosa ma lui ha risposto che non lo sa.

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Trasforma le seguenti frasi da discorso diretto a discorso INdiretto.

Esempio:

I ragazzi pensavano: "Il maestro non è capace di fare lezione".

I ragazzi pensavano che il maestro non fosse capace di fare lezione.

1) Il mio amico mi ha detto: "ieri ho visto uno spettacolo fantastico. Vuoi venire a teatro con me a vederlo?"

2) Il mio amico mi disse: "ieri ho visto uno spettacolo fantastico. Vuoi venire a teatro con me a vederlo?"

3) Io gli risposi: "oggi non posso venire a teatro ma se ti viene bene andremo domani."

4) La mia fidanzata mi disse: "domani verrò anch'io con voi!"

5) Il mio amico non andava d'accordo con la mia fidanzata e mi chiese: "Perché l'hai invitata?". Poi aggiunse: "Io non voglio uscire con lei!".

6) Io, non sapendo cosa fare, e per non dispiacere nessuno, ho pensato: "forse mi conviene non andare a teatro!"

7) E così l'indomani rimasi a casa dicendo: "oggi non mi sento bene, non posso venire a teatro".

8) La mia fidanzata mi rispose: "Be', scusami ma io a questo punto voglio vedere lo spettacolo e andrò a teatro per conto mio".

9) Fu così che il mio amico e la mia fidanzata si incontrarono a teatro. All'inizio non si salutarono neanche ma poi il mio amico le chiese: "Allora, come sta il tuo fidanzato? È malato?" e cominciarono a parlare.

10) Il giorno dopo il mio amico mi telefonò dicendo: "Devo darti una notizia bella e una notizia brutta; la bella notizia è che la tua fidanzata mi è sempre stata antipatica, ma ieri a teatro ci siamo parlati e abbiamo fatto amicizia. La brutta notizia è che ci siamo piaciuti così tanto che ci sposeremo in primavera!"

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Esercizio 7 Pratica della lingua

Di seguito troverai un testo tratto (e opportunamente modificato per l'esercizio) dal racconto "Il sorpasso" di Alberto Moravia (1907 - 1990) pubblicato con testo inglese a fronte da Penguin, Parallel Text Vol. 2, 1971 - edito da Dimitri Vittorini. Individua tutti i pronomi (riflessivi, diretti, indiretti e combinati, quelli usati in maniera enfatica o idiomatica).
Se necessario ripassa la sezione pronomi nella grammatica di CyberItalian. Se hai altri libri di grammatica rivedi anche lì la sezione pronomi: è un ottima abitudine infatti consultare libri diversi circa lo stesso argomento.
Una volta individuati i pronomi, inseriscili, insieme al verbo che li accompagna, nello spazio apposito.

Esempio:

«...Eravamo ormai in fondo al rettifilo dove la strada si arrampicava in salita...
la macchina che cercavo di sorpassare accellerava; io non ce la facevo a passare
e crepavo dalla rabbia...
ma ecco, proprio in quel momento sbucò dalla curva
una macchina che mi veniva incontro...»
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1) si arrampicava

2) non ce la facevo

3) mi veniva

«... Mi parve di udire la voce di Tullio che gridava: "frena, frena"; poi non sentii più niente.
Inutile raccontare quello che avvenne; se prendete il giornale del lunedì ci troverete tutti i particolari. Io fui il solo che se la cavò con poco. Tullio ebbe una gamba rotta e stette in ospedale dove io l'andai a trovare. Ines si fratturò un braccio e se lo portò al collo per un mese. Della macchina meglio non parlarne, uno di questi giorni la venderò come rottame...»

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Esercizio 8 Pratica della lingua

Di seguito troverai un testo tratto (e opportunamente modificato per l'esercizio) dalla raccolta di racconti "Ali dagli occhi azzurri" di Pier Paolo Pasolini (1922 - 1975) pubblicato con testo inglese a fronte da Penguin, Parallel Text Vol. 2, 1971 - edito da Dimitri Vittorini. Completa il racconto con i verbi in parentesi, inserendoli in maniera appropriata all'interno del testo.
Se necessario ripassa la sezione verbi (imperfetto, infinito, participio, gerundio) nella grammatica di CyberItalian . Se hai altri libri di grammatica rivedi anche lì la sezione verbi: è un ottima abitudine infatti consultare libri diversi circa lo stesso argomento.

Esempio:

Alcuni giovani operai, dopo la lunga mattina a, insieme per la pausa del pranzo. , ridevano e scherzavano.

(mangiando, lavorare, fare, passata, si trovavano)

Alcuni giovani operai, dopo la lunga mattina passata a lavorare, si trovavano insieme per fare la pausa del pranzo. Mangiando, ridevano e scherzavano.

«... Con la schiena contro un muricciolo, un po' e un po' , gli operai la pausa del pranzo. Davanti a Mario, sul marciapiede di terra , i tre napoletani; intorno, tutti gli altri operai sui fogli sporchi delle loro colazioni o sull'erbaccia; il sole del pomeriggio non ancora sonno, ma addosso l'allegria. Mario e i tre napoletani su chi di loro quattro il più bello.»

(stavano, venire, era, cantando, bruciante, metteva, erano seduti, faceva, facevano, appoggiata, stavano discutendo, mangiando, battuta)

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Esercizio 9 Pratica della lingua

Di seguito troverai un testo tratto (e opportunamente modificato per l'esercizio) da un racconto di Giovanni Comisso (1895 - 1969) pubblicato con testo inglese a fronte da Penguin, Parallel Text Vol. 2, 1971 - edito da Dimitri Vittorini. Completa il racconto inserendo articoli e preposizioni corretti all'interno del testo.
Se necessario ripassa la sezione articoli (determinativo e indeterminativo) e preposizioni (semplici e composte) nella grammatica di CyberItalian . Se hai altri libri di grammatica rivedi anche lì la sezione articoli e preposizioni: è un ottima abitudine infatti consultare libri diversi circa lo stesso argomento.

Esempio:

Eravamo giunti piccolo porto isola Novaglia, arsa e rocciosa.

Eravamo giunti in un piccolo porto dell'isola di Novaglia, arsa e rocciosa.

«... piazza, vicino mare, vi era grande quercia e piccole case basse biancheggiavano. ricchezza paese consisteva mandrie pecore lasciate giorno e notte pascolare interno isola o confinate scogli. Alcuni possedevano maiali pelo lungo, altri barchetta pesca. abitanti erano belli, agili e svelti scarpe corda, mostrando corpo temprato sensi e proporzionato forma. occhi sereni e denti brillanti venivano noi, veliero attraccato molo, vedere merce che avevamo portato...»

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Esercizio 10 Pratica della lingua

Di seguito troverai un testo che si ispira al racconto "Marsina stretta" di Luigi Pirandello (1867 - 1936). Completa il racconto inserendo articoli, preposizioni e pronomi corretti all'interno del testo.
Se necessario ripassa la sezione articoli, preposizioni e pronomi nella grammatica di CyberItalian .

Esempio:

parenti sposo erano contro quel matrimonio e mostravano sguardi. Non amavano fatto che , uomo ricco e famiglia nobile, sposasse donna povera.

I parenti dello sposo erano contro quel matrimonio e lo mostravano con gli sguardi. Non amavano il fatto che lui, un uomo ricco e di famiglia nobile, sposasse una donna povera.

professor Gini, causa sua giacca stretta e manica che stava rompendo arrivò ritardo casa sposi. Ma quel punto scoprì che madre sposa era morta proprio quella mattina, prima cerimonia nozze. sposa, disperata, rifiutava sposar . parenti sposo approfittavano: volevano annullare cerimonia. Ma professor Gini, quale conosceva bene onestà ragazza, sapendo che se lei non fosse sposata sarebbe rimasta sola e che forse non avrebbe più ritrovato lavoro che aveva abbandonato vista quel matrimonio, parlò sposa, sposo e invitati e convinse tutti far forza e proseguire cerimonia... Poco dopo sposa entrò salotto dove invitati e parenti aspettavano... Tutti tacevano. sposo corse incontro e abbracciò.

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Esercizio 11 Bocconcino culturale

Di seguito trovi alcuni audio tratti dal Bocconcino Culturale di questa lezione.

Ascolta l'audio mentre leggi il testo in italiano (ascoltalo molte volte). Inserisci le parole mancanti nello spazio apposito.

Antonio De Curtis, in arte Totò (1898 - 1967), è uno dei più famosi e amati attori italiani. Nato a Napoli, marchese Francesco Gagliardi Foccas per cui fu veramente autorizzato dal tribunale ad usare tutti i titoli nobiliari nel dialogo di questa lezione. Le parole " "sono tipiche del linguaggio che Totò usava: . Famose le sue frasi in cui per ottenere un effetto divertente. Questa è una delle sue battute: «Io sono parte nopeo e parte napoletano!» (il gioco di parole è con l'aggettivo " "che vuol dire "napoletano").

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Esercizio 12 Bocconcino culturale

Di seguito trovi un audio tratto dal Bocconcino Culturale di questa lezione.
Ascolta l'audio e fai il test di comprensione rispondendo alle domande con Vero (V) o Falso (F).

Totò è un rinomato e popolare attore italiano. V

Totò è stato adottato dal Tribunale di Napoli. V

La sua comicità si basava spesso su giochi di parole. V

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Pronuncia

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