RISPOSTE Bocconcino Culturale

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Nel suo libro "Le parole portano lontano" Nick Owen racconta un aneddoto strettamente collegato al nostro argomento. Parla di un campionato mondiale disputato fra taglialegna e precisamente della finale, che vedeva di fronte un norvegese e un canadese. La gara era impostata in modo ben preciso: ognuno aveva un settore di foresta e colui che avesse tagliato più legna tra le otto di mattina e le quattro di pomeriggio avrebbe vinto.

 

Alle otto in punto, al suono del fischio d'avvio i due boscaioli si misero al lavoro. Sembrava che procedessero testa a testa, un colpo per uno, fino alle nove meno dieci, quando il canadese sentì che il norvegese si era fermato.

Pensando di avere una grande chance, il canadese raddoppiò i suoi sforzi. Alle nove, il canadese sentì che il norvegese riprendeva a tagliare.

 

Di nuovo, procedevano parallelamente, un colpo per uno, finché alle dieci meno dieci il canadese sentì che il norvegese si era fermato.

Di nuovo, il canadese continuò, determinato ad avvantaggiarsi della debolezza dell'avversario. Alle dieci, riprese a dare colpi anche il norvegese, fino alle undici meno dieci, quando si interruppe di nuovo.

Sempre più fiducioso, il canadese continuava a mantenere il ritmo, sentendo di avvicinarsi alla vittoria. Andarono avanti così, per tutta la giornata.

Ogni volta, dieci minuti prima dello scoccare dell'ora, il norvegese si fermava e il canadese continuava.

 

Quando ci fu il fischio che stabiliva la fine della gara, alle quattro del pomeriggio il canadese era certo di avere il premio in mano. Potete immaginarvi come fu sorpreso quando scoprì di aver perso.

"Come hai fatto?" chiese al norvegese "ogni ora ho sentito che ti fermavi. Come diavolo sei riuscito a tagliare più legna di me? Non è possibile!"

"E' semplice" rispose seccamente il norvegese "ogni ora, a dieci minuti dallo scoccare dell'ora esatta, mi sono fermato. Mentre tu continuavi, io affilavo la mia ascia."

 

Owen "Le parole portano lontano".

Consideriamo l'operazione di affilare l'ascia in senso metaforico. Potrebbe significare: riprendere fiato, fare un viaggio, leggere un libro, fare una passeggiata, giocare una partita a tennis, parlare con un amico, dormire, vedere un film. In poche parole, trovare il modo e il tempo più congeniali per staccare, rigenerarsi, ritrovare la giusta motivazione e l'energia per ripartire con rinnovato entusiasmo e maggiore efficacia.

 

Se ciascun individuo, in quanto "mondo a sé", con gusti, tendenze e priorità squisitamente personali ha tutto il diritto di scegliere la modalità che sente come migliore per rigenerarsi e per venire ad un'azione più lucida ed efficace, è altrettanto doveroso precisare che affilare l'ascia non corrisponde a fare qualsiasi cosa.

 

CyberItalian MP3

 

Audio tratto dal libro "L'arte dell'agire", autrice Priscilla Bianchi, disponibile su ilnarratore.com audiolibri.

 

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