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La tradizione orientale è ricca di storie, miti e racconti volti non solo a intrattenere ma anche a far riflettere e a veicolare preziosi insegnamenti.
Una di queste, narra che un capitano di industria, prossimo alla pensione, cercava un dirigente che potesse prendere il suo posto quando fosse giunto il momento. Avrebbe dovuto essere un uomo preparato e intraprendente, ma non solo. Avrebbe anche dovuto avere sufficiente fiducia in sé e nelle proprie decisioni. L'industriale raccolse una lista di candidati, tutti importanti dirigenti, quindi affittò il salone di un palazzo e dopo aver riunito i suoi aspiranti successori gli disse: "Vi ho convocato qui perché voglio vedere chi tra voi riuscirà a risolvere un problema: la porta che vedete alle mie spalle è la più grande e la più pesante del paese; chi di voi è in grado di aprirla?"
Alcuni dei presenti scossero subito la testa, affermando rassegnati che il problema non poteva avere soluzione.
Altri manager analizzarono la porta in ogni dettaglio. Discussero di pesi, di leve, di proporzioni, citando formule e complesse teorie studiate all'università. Infine, giunsero anch'essi alla conclusione che quella porta semplicemente non si poteva aprire.
Perfino il dirigente più saggio e anziano si dichiarò incapace di proporre un'idea risolutiva, al che tutti gli altri non ci provarono nemmeno.
Soltanto uno dei presenti, senza scoraggiarsi ebbe l'ardire di avvicinarsi alla porta. La osservò per qualche secondo, ne valutò lo spessore e verificò che i cardini fossero lubrificati. Dopo questa analisi, spinse la porta con decisione e quella si aprì senza sforzi eccessivi. A quel punto, il capitano d'industria dichiarò di aver trovato il suo sostituto e spiegò che per avere successo nella vita occorrono alcune qualità indispensabili tra cui: coraggio, audacia, convinzione e fiducia nelle proprie capacità.
Questa storia offre la possibilità di analizzare differenti comportamenti.
Il capitano d'industria, per mettere alla prova gli aspiranti a quell'importante ruolo utilizza la parola problema dando una prospettiva particolare alla questione.
Il primo gruppo di manager cade subito nella trappola: il capitano d'industria ha parlato di un problema e ha presentato la porta come la più grande e la più pesante di tutto il paese. Non possono esserci soluzioni. Si tratta di una missione impossibile.
Anche se ascoltando la storia, può darsi che non diamo tanto peso a questo atteggiamento, dobbiamo riconoscere, riflettendo più a fondo, che è piuttosto diffuso e che, qualche volta, probabilmente anche noi ne siamo stati vittime.
Può succedere perché ci troviamo in un momento di stanchezza fisica e mentale, oppure perché ci lasciamo suggestionare da ciò che sentiamo dire. O ancora perché, senza fare le dovute verifiche, diamo per scontato che certe affermazioni corrispondono alla pura realtà. A volte sono le parole degli altri a condizionarci, a volte sono le nostre percezioni sensoriali che ci portano fuori strada, ingigantendo il problema.
In alcune circostanze ci convinciamo che non vi siano alternative. Ma si tratta di un ennesimo abbaglio visto che, stando all'esperienza di molti, non esiste una situazione o una problematica che non presenti più possibilità di soluzione.
Naturalmente, per poter accedere a questa prospettiva e scegliere l'opzione migliore tra quelle a disposizione, dobbiamo non lasciarci influenzare, non cadere nel tunnel della disperazione e continuare, malgrado le difficoltà, a sperare, a credere e ad avere fiducia.
Audio tratto dal libro "La chiave per realizzarsi", autrice Priscilla Bianchi, disponibile su ilnarratore.com audiolibri.