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Marcello Mastroianni e Sofia Loren nel film Ieri, oggi e domani
Glossarietto (per una ricerca più ampia usa il dizionario online) |
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| circolare | to circulate, to drive |
| perché non se ne stanno a casa | why don't they stay at home |
| senatore | senator |
| devo assolutamente farmi viva | I absolutely have to show up |
| comitato delle patronesse | patroness committee |
| della malora | damned |
| è l'uomo migliore che io conosca | he is the best man I know |
| facciamo una corsa fuori | let's drive out of town |
| tappezzato | plastered |
| non me ne accorgo neanche più | I don't even notice anymore |
| non te lo ricordi già più? | have you forgotten it already? |
| m'è mancato il fiato | I was out of breath |
| tamponare | hit a car |
| fantoccio | puppet |
| ma l'è una roba impossibil | this is impossible |
| cappotta | soft top |
| essere spiato | being watched, spied |
| come se ti dispiacesse | as if you were sorry |
Ascolta l'audio qui:
Il dialogo che ascolti è tratto dal film Ieri, oggi, domani con i famosi attori Marcello Mastroianni e Sofia Loren.
Nell'episodio, una ricca signora sposata si incontra con un uomo di modeste condizioni, conosciuto la sera prima.
[Anna guida la macchina per Milano]
Lei: Uffa, neanche la mattina presto si può circolare. Mmm, carini, calmi, andate calmi, andate calmi, ma perché non se ne stanno a casa a dormire tutti questi lavoratori. Almeno la domenica mattina. Fra tre giorni ho il concerto, due ore di sonno assicurato. Meno male. Domani mattina c'è il funerale del senatore. Devo assolutamente farmi viva. Alle dieci il comitato delle patronesse. A colazione coi suoceri. La sera con gli americani. E il mattino dopo... il mattino dopo... ah, sì, gli orfani di padre Astolfi. Poi dal parrucchiere. Un salto dalla Bicki. Poi l'ora di ginnastica, poi di nuovo un salto dal parrucchiere. Poi di nuovo un salto dalla Bicki e poi la premiazione di quegli orfani della malora, basta, basta, basta, basta, via, via, via, un taglio netto, definitivo.
Renzo, in questo momento non mi ricordo il colore dei tuoi occhi. Caro, con quella faccia seria. È l'uomo migliore che io conosca. Così generoso, libero, così niente mondano. Caro. Con quei suoi incredibili calzini corti. Ecco. Eccolo là.
Lui: Ciao.
[Renzo sale in macchina]
Lei: Ciao. Sono in ritardo?
Lui: No, sono arrivato adesso.
Lei: Dove vuoi che andiamo?
Lui: Non ho idea, dove vuoi tu.
Lei: Fa caldo qui dentro, non ti dispiace se apro?
Lui: No, no.
Lei: Ti ha stupito la mia telefonata?
Lui: No, me l'aspettavo. Se non chiamavi tu, ti avrei chiamato io.
Lei: Se hai un po' di tempo, facciamo una corsa fuori?
Lui: Sì, tutto il tempo che vuoi. [lungo la strada ci sono dei manifesti con la scritta "la sicurezza si chiama Molteni", il nome del marito della signora] È tuo marito?
Lei: Sì...
Lui: In quale parte del mondo è adesso?
Lei: È a Stoccarda per le sue robe del Mec, starà via un'altra settimana.
Lui: Che effetto ti fa vedere le strade tappezzate con il tuo nome?
Lei: Quelli non me ne accorgo neanche più. E poi il mio nome è Anna. Non te lo ricordi già più?
Lui: Sì.
Lei: Davvero Renzo, sei così cambiato da ieri sera, hai l'aria di non riconoscermi.
Lui: No, è che quando ti ho vista arrivare m'è mancato il fiato.
[Anna ferma la macchina ma non riesce ad evitare di tamponare quella davanti.]
Passante: Ue', roba fina eh?
Lei: Renzo, dopo che mi hai riaccompagnata a casa stanotte non sono riuscita a dormire. Le cose che mi hai detto. Credo di non essermi mai sentita tanto infelice.
Lui: Perché?
Lei: Ma perché tu hai ragione. Io ho vissuto come un fantoccio, cieco, sordo, senza capire... le ragioni degli altri. [Anna suona il clacson per far spostare le macchine davanti.] L'ho capito improvvisamente sai, mentre ballavo con te. Mi sono sentita viva, per la prima volta, fra le tue braccia.
[Anna ferma la macchina ma non riesce ad evitare di tamponare quella davanti.]
Passante: Ma l'è una roba impossibil.
Lui: Chiudiamo la cappotta.
Lei: Cos'hai? Paura di essere spiato?
Lui: No, dicevo per te. E poi, non sarebbe così improbabile.
Lei: Se è mio marito che ti preoccupa puoi star tranquillo.
Lui: Lo dici come se ti dispiacesse.
Lei: Non fa piacere a nessuno vivere con un drogato.
Lui: Non lo sapevo.
Lei: Sì, sì, drogato, non nel senso che pensi tu naturalmente ma è ancora peggio. È come una ruota dei suoi ingranaggi: lavoro, successo, denaro... denaro, successo, lavoro. Non si può più fermare. E non c'è posto per niente altro.
Lui: E tu? Sei diversa?
Lei: Io sono diversa. E l'ho capito per merito tuo. Grazie Renzo.
Lui: Ma no, io credo di aver detto delle sciocchezze ieri sera.
[Anna sorpassa velocemente degli operai che lavorano in strada.]
Operaio: eh, demoni!
Lei: Ma perché? Cosa c'è di cambiato?
Lui: Anna, quanti miliardi hai?
Lei: Ma cosa c'entra questo adesso, scusa, cosa c'entra?
Lui: C'entra, c'entra.
Lei: Sei cattivo.
[Anna ferma la macchina ma non riesce ad evitare di tamponare quella davanti.]
(
Pino: "Io cerco di capire gli altri. E tu?"
Tu: " "
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