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Book cover

 

 

 

 

TABLE OF CONTENTS

 

  • Introduction
  • Step 1. The portrait during the Renaissance. Your portrait.
  • Step 2. The Annunciation. The world and you.
  • Step 3. The work of Michelangelo. Nourishing yourselves or eating.
  • Step 4. The work of Leonardo. Internal alignment.
  • Step 5. The work of Raphael. Balance.
  • Step 6. Titian and Botticelli. Sacred and profane.
  • Step 7. Caravaggio. Rage and choice.
  • Step 8. Conclusion. Your self-portrait.
  • Note about the author
  • Bibliography
  • Copyright information

 

INTRODUCTION

 

Per vivere non basta nascere. Dobbiamo essere pronti a Rinascere.

 

Questo è un libro sul Rinascimento italiano, con un accento particolare sull’arte e sui protagonisti più significativi di questo incredibile periodo della storia umana. Ma è anche un libro sulla vita, che giocando con elementi storici e qualche licenza creativa ti porterà a dialogare con i grandi maestri rinascimentali e con te stesso, e ad esplorare la possibilità di un tuo proprio Rinascimento privato.

English text here

Attualmente stiamo vivendo un difficile periodo storico.

Potremmo essere tentati di pensare che il Rinascimento fosse un momento sereno, in cui l'arte fioriva grazie al benessere che si respirava. Tutt'altro. Il paradosso della vita fra grazia e violenza regnava sovrano. Isabella d'Este, donna raffinata e poliedrica, collezionista e amante dell’arte, musicista e intellettuale, chiamata "la Primadonna del Rinascimento", incarna i paradossi del tempo, gli scontri e la difficile arte di tenersi in bilico fra i potenti.

 

Nel 1519, alla morte del marito Francesco II Gonzaga, Isabella d'Este, diventa reggente del marchesato di Mantova al posto del figlio minorenne.

Figlia di Ercole d'Este, un grande regnante che le insegnò la regalità, Isabella fu una abile governatrice, scaltra e astuta nel gestire i tempi difficili che stava attraversando e nel mantenersi in equilibrio fra le truppe francesi, quelle papali, quelle imperiali e quelle della repubblica di Venezia, tutte interessate al territorio di Mantova.

 

Quando il figlio di Isabella, Federico Gonzaga, compì 22 anni, divenuto maggiorenne la estromise dal governo di Mantova. Si crearono fra loro degli aperti contrasti. Lei risentita decise di trasferirsi per un periodo nella città eterna.

Federico, preoccupato e temendo il peggio poiché gli scontri militari fervevano e l'imperatore Carlo V aveva deciso di dare una lezione al Papa, aveva esortato la madre a tornare a Mantova. Lei invece, ottimista come il Papa e fiduciosa che Roma fosse doverosamente fortificata e protetta dagli alleati, aveva minimizzato ed era rimasta in città. Fu testimone di uno dei più tragici eventi della storia: il grande sacco di Roma.

 

6 maggio, 1527. Nella notte si intravedono i fuochi dell'esercito imperiale accampato sulla collina davanti alle mura fortificate di Roma. Circa 30.000 soldati di cui 12.000 lanzichenecchi, mercenari particolarmente brutali, italiani e spagnoli. Stanchi e arrabbiati perché senza paga da molto tempo.

Dopo numerosi tentativi riescono a penetrare le mura impenetrabili.

Soldati urlanti e incontenibili si riversano nel borgo che stava per risvegliarsi come in una delle tante giornate di vita quotidiana.

Le guardie del Papa sacrificando la propria vita riescono a farlo scappare nascosto da una cappa nera attraverso il "passetto" segreto e a proteggerlo nella fortezza di Castel Sant'Angelo. Il panico si diffonde fra le persone. Anche la folla corre verso Castel Sant'Angelo per cercare un riparo ma ormai, dopo aver accolto qualche migliaio di persone, il castello ha già chiuso le porte. Le persone che non sono potute entrare muoiono schiacciate dalla folla o cadendo nel Tevere o uccise dai soldati. La confusione è indescrivibile. Gli alleati non si fanno vedere.

Antonio Di Pierro, autore de Il sacco di Roma, ci racconta come la mattina del 6 maggio anche i bambini dell'orfanotrofio Santo Spirito venivano gettati vivi dalle finestre nelle acque del Tevere, per divertimento dei soldati. Una delle tante violenze sadiche e gratuite.

Donne di qualsiasi condizione vengono stuprate. La rabbia e il sadismo si abbattono soprattutto su suore e preti a causa dell'anticattolicesimo dei soldati luterani. Le violenze dilagano per mesi. Le chiese vengono profanate e un gran numero di opere d'arte e reliquie viene distrutto. Gli stessi comandanti hanno difficoltà a trattenere e controllare i soldati. Palazzo per palazzo, i soldati entrano dappertutto e torturano i proprietari finché non consegnano tutti i soldi e i gioelli che hanno. Alcuni notai "certificano" i palazzi dove i soldati sono già passati.

Isabella d’Este, a palazzo Colonna, ospita centinaia di persone per proteggerle dalle violenze. Lei gode di una protezione speciale, poiché un altro suo figlio, Ferrante, era capo di una milizia dell’esercito imperiale. Ma nel frattempo che Ferrante la raggiunge, altri due "gentiluomini", l'ufficiale imperiale Alessandro Gonzaga di Nuvolara e don Alfonso de Cordoa, entrambi con la scusa di proteggerla, entrano da una finestra del palazzo issati con una corda ed iniziano a negoziare sul prezzo da far pagare ai numerosi ospiti di Isabella affinché vengano protetti. I gentiluomini si rifiutano addirittura di fare entrare Ferrante per paura che interrompa la compravendita. In conclusione, Isabella è salva gratuitamente mentre agli ospiti vengono risparmiate le torture e sono salvati grazie al pagamento di un alto riscatto.

Roma viene saccheggiata e profanata per molti lunghi mesi. I soldati imperiali finalmente lasceranno la città, distrutta, svuotata e ferita, il 17 febbraio 1928.

È degno di nota ricordare che Federico Gonzaga, figlio di Isabella e avido collezionista, a saccheggio iniziato si preoccupa di contattare il capitano imperiale Fabrizio Maramaldo per chiedergli alcuni pezzi antichi: teste, gambe, busti o statue complete. Quelle cose che non interessano ai soldati... Si dice che la stessa Isabella abbia organizzato un galeone pieno di statue preziose da portare a Mantova. Un salvataggio o un ennesimo saccheggio? Il galeone affondò in una tempesta...

 

Nel Rinascimento l’Italia era in balia degli eserciti stranieri e dei signori locali. Si viveva sul filo del rasoio. La diplomazia ferveva. Gli inganni pure. Ma nonostante tutta questo caos, violenza, sofferenza e incertezza, il Rinascimento è stato uno dei massimi periodi di ricerca di umanesimo, bellezza e studio. L’arte esplodeva e si moltiplicava. Il Papa, i signori, i principi e i reggenti erano spesso dei mecenati, sostenitori delle arti e degli artisti i quali portavano loro importanza, lustro e fama.

Nel libro La storia dell’arte, Ernst H. Gombrich parlando del millecinquecento ci ricorda che è il secolo “più famoso per la storia dell’arte italiana e uno dei più splendidi di ogni tempo”. Fu l’epoca di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Tiziano e molti altri maestri famosi. Come mai tutti questi grandi maestri sono sorti nello stesso periodo? E perché proprio in Italia? Quali sono state le condizioni che hanno favorito una fioritura così improvvisa di maestri geniali?

 

 

ritratto di Giotto
Portrait of Giotto, unknown author, c.a. XV or XVI

 

 

STEP 1

THE PORTRAIT DURING THE RENAISSANCE

YOUR PORTRAIT

 

 

Il ritratto

 

Nell'antichità i dipinti e le raffigurazioni arricchivano la vita dei pochi che potevano permetterseli.

Il ritratto era un mezzo per ricordare una persona importante ma poteva anche essere un pericoloso strumento per dissacrare qualcuno.

Per questo motivo alcune culture utilizzarono il ritratto in maniera esclusivamente simbolica o addirittura lo vietarono, mentre altre si cimentarono nella rappresentazione realistica.

 

Una rapida panoramica dell'uso del ritratto in diversi momenti storici può aiutarci a capire perché il Rinascimento è stato così importante per l'arte del ritratto e perché questa può servire ancora a noi oggi.

 
I ritratti nella pittura egizia

 

Il ritratto di profilo è comune a molte culture antiche.

Gli egiziani ne fecero la rappresentazione per eccellenza.

Più simbolico che realista, non mostra elementi per caratterizzare una persona oltre i simboli del suo ruolo, alcuni oggetti o dei geroglifici.

L'immagine che segue rappresenta la regina Nefertari ma sembra simile a molti ritratti di profilo dell'epoca.

Portraits in Egyptian painting

 

Egyptian artists tended to make symbolic portraits, not corresponding to reality.

 

The following image represents Queen Nefertari. But it is the game of Senet that characterizes her (a game the queen loved particularly) rather than her specific face features.

 

How many Egyptian images similar to this profile have you seen?

 

Nefertari
Queen Nefertari, unknown author, c.a. 1298 B.C. – 1235 B.C.

 

I ritratti per i greci e i romani

 

Gli artisti greci e romani raggiunsero livelli altissimi nell'arte del ritratto realistico, soprattutto in forma di statue e busti.

Il viso della persona ritratta tende ad avere delle specifiche caratteristiche.

Alcuni studi riportano che le sculture greche e romane erano accuratamente colorate. Con il tempo i colori si sono persi.

Di seguito puoi osservare due statue particolarmente curate, quella dell'imperatore romano Augusto e quella di un anonimo pugile.

Portraits for the Greeks and Romans

 

In the following image you can see the Roman emperor Augustus, a statue in the Museo Nazionale in Rome. The features of Augustus are subtle, elegant, curls come out from the veil (which represents his participation in religious ceremonies and sacrifices).

I lineamenti di Augusto sono sottili, nobili, il velo rappresenta la "divinizzazione" dell'imperatore e la sua partecipazione a cerimonie religiose e sacrifici.  

Il pugile stanco dopo un incontro si riposa. Nota il naso gonfio e come il rame rosso, misto al bronzo, voglia creare un realistica sensazione delle ferite riportate durante il combattimento.

 

 

Imperatore Augusto
Emperor Augustus, unknown author, between 12 B.C. and 1st century A.D.

 

 

Portrait of a boxer

The boxer, unknown author, late 4th–2nd century B.C.

Notice the copper red inlays on the bronze,

to convey the realistic feeling of blood.

 

 

Il ritratto nel Medioevo

 

Durante il Medioevo l'espansione del cristianesimo e delle religioni monoteiste portò a forti impulsi iconoclastici. La proibizione di raffigurare Dio e la figura umana si stava diffondendo in alcune zone dell'impero cristiano d'oriente e occidente. Papa Gregorio Magno probabilmente salvò l'arte occidentale quando incoraggiò la rappresentazione della figura umana. Secondo lui l'arte, le immagini e le storie illustrate della Bibbia parlavano alla gente semplice quanto un libro può parlare a chi sa leggere.

The portrait in the Middle Ages
Ma per tutto il medioevo le immagini e i ritratti rimasero simbolici. L'artista stesso era principalmente considerato un mero artigiano e una certa negazione dell'individualità a favore della spiritualità portò a preferire l'astrazione e la simbologia.  

Nell'opera seguente, Madonna dei Raccomandati, tutte le persone intorno alla Madonna sembrano simili. Tutte a parte il "committente" (la persona che aveva ordinato e pagato il dipinto). Lo puoi vedere in ginocchio a sinistra, con il cappello rosso e l'abito nero, poco più grande, più importante e più sincero delle altre figure.

Il ritratto medievale dunque ha principalmente una funzione religiosa e spirituale.

 

 

 

Observe that all people around the following Madonna look alike. All except the "contractor" (the person or family who ordered the painting and paid for it). You can see him on the left, kneeling, with the red hat and dark suit, slightly bigger than the other figures.

 

Lippo Memmi, Madonna dei Raccomandati
Madonna dei Raccomandati, by Lippo Memmi, 1320 A.D.

 

Il Rinascimento

 

Il ritratto, emblema del Rinascimento, veniva commissionato per celebrare il regnante e i suoi familiari. Molti artisti erano ospiti di nobili e famiglie illustri e si sdebitavano per l'ospitalità con ritratti e opere d'arte.

La borghesia e la nobiltà crescevano. Avere un proprio ritratto era segno di potenza e fama.

The Renaissance

 

The Renaissance marked a turning point in the art of portrait. The bourgeoisie and the nobility grew. Having their portraits painted was a sign of power and fame.

L'europa si riempiva di piccoli ritratti che viaggiavano di corte in corte quando si preparava un matrimonio combinato e si voleva far vedere chi era il promesso sposo o la sposa.  

In Italia la tradizione del conio di monete, fin dall'età imperiale romana, favorì per lungo tempo il ritratto di profilo conferendo automaticamente nobiltà alla persona raffigurata.

 

 

Moneta

Imperial coin, cistophoric Tetradrachm for Octavian, 28 B.C.

 

Ritratto di donna, di Pollaiuolo
Profile of a woman by Antonio Pollaiolo or Piero Pollaiolo, c.a. 1470-1472
Notice the hairstyle details and
the impassivity of the woman.

 

Ritratto di donna di Pollaiolo
Profile of a woman by Antonio Pollaiolo or Piero Pollaiolo, c.a. 1460

 

Ma gli artisti rinascimentali sperimentano ed iniziano a giocare con la prospettiva. Spesso nello sfondo inseriscono visioni di natura, giardini e architetture.

Nel quadro seguente l'uomo e la donna si guardano non mostrando assolutamente le proprie emozioni. Sembrano impassibili. Anche la natura che si intravede dalla finestra è rigidamente ordinata e controllata.

In the picture below the man and the woman look at each other, but the emotions are very controlled. They are impassive. Also, the landscape in the background is controlled.

 

Ritratto di donna e uomo Lippi
Portrait of man and woman, by Filippo Lippi, c.a. 1440

 

Nelle immagini seguenti vediamo il celebre Federico da Montefeltro, condottiero e duca di Urbino, con la moglie. Federico creò una delle più splendidi corti del Rinascimento poiché amava l'arte e aveva capito che era importante per mostrare il proprio prestigio e potere.

Anche in questi ritratti notiamo l'impassibilità dei volti e lo sfondo ordinato e curato.

 

 

Duchi Urbino
Federico da Montefeltro with wife, t
he Duke and Duchess of Urbino,

allegorical representation of the triumph of fame and modesty,

by Piero della Francesca, 1472

 

Ritratto
Federico da Montefeltro with son, by Pietro di Spagna, c.a. 1476

 

Ma lentamente il ritratto inizia a 'liberarsi'.

Nota la leggerezza e i dettagli di questo ritratto di Simonetta Vespucci, donna molto amata da Sandro Botticelli.

La ragazza è di profilo ma non è così "inanimata" come le donne di altri ritratti.

Ha un po' di occhiaie, sembra insoddisfatta, un po' scontenta, chissà cosa pensa!

Sembra che l'artista in questo dipinto abbia cercato di cogliere le emozioni della ragazza.

I capelli delle donne nei dipinti precedenti erano molto composti, in questo caso appaiono più liberi e quasi scomposti.

Simonetta sembra una fotomodella dei nostri tempi.

Dicono che sia lei la protagonista del famosissimo quadro: la nascita di Venere.

The portrait begins to 'break free'.

Notice the lightness and details of this portrait of Simonetta Vespucci by Botticelli.

The girl is shown in profile, but she is not as 'inanimated' as the portraits of other women. She has a little 'dark circle' under the eye, she seems unsatisfied, a little discontent. Who knows what she is thinking!

The hair of the women in the portraits above are very tidy and contained, while in this case they look more free and almost untidy.

She seems like a fashion model of our time.

Someone says she is the protagonist of the very famous painting by Botticelli: Birth of Venus.

 

Ritratto di Simonetta Vespucci
Portrait of Simonetta Vespucci, by Sandro Botticelli, c.a. 1475

 

Nascita di Venere by Botticelli

Birth of Venus, by Sandro Botticelli, c.a. 1484-1486

 

Dopo tanti ritratti di profilo, iniziamo a vedere il ritratto di tre quarti, fra il profilo e il viso pieno.

In questo quadro di Antonello da Messina il ragazzo dipinto guarda lo spettatore dritto negli occhi. Non è più distaccato ma crea un'interazione, quasi un dialogo con chi lo guarda. Un coinvolgimento emotivo.

After so many portraits in profile, we begin to see portraits in three-quarter, between profile and full face.

In this picture by Antonello da Messina, the boy looks at the viewer right in the eyes. It is no longer detached, but he creates an interaction, almost a dialogue with the viewer. An emotional involvement.

 

Ritratto di giovane di Antonello da Messina
Portrait of young man, by Antonello da Messina, c.a. 1478

 

Antonello da Messina gioca con chi osserva i suoi quadri. Questo dipinto forse è un autoritratto.

Guardalo dritto negli occhi.

Che sensazione ti fa?

Antonello da Messina plays with the viewer.

Look at this picture, perhaps a self-portrait.

Look at this man right in the eyes.
What do you feel?

 

Antonello da Messina ritratto di uomo
Portrait of young man, by Antonello da Messina, 1473

 

Lo stesso "Dio" apre un dialogo diretto con l'osservatore.

Nonostante le imperfezioni nelle proporzioni dell'immagine seguente, noi sentiamo che questo Cristo ci guarda direttamente negli occhi. Antonello da Messina ha fatto qualcosa che per un artista medievale sarebbe stato impensabile: ha creato una connessione e un dialogo diretto fra l'Uomo e Dio.

"God" himself opens a direct dialogue with the viewer.

In spite of the image's problems with proportions and dimensions, we feel that this Christ is looking at us directly in the eyes. Antonello da Messina did something that in the Middle Ages would have been impossible: he created a direct connection and dialogue between Man and God.

 

Antonello da Messina salvator Mundi 1465 - 1475 circa
Salvator Mundi, by Antonello da Messina, c.a. 1465-1475

 

Lo sguardo diventa sempre più importante ed esprime l'anima del personaggio.

Nel ritratto del Cardinale Trevisan di Mantegna notiamo uno sguardo ispirato, perso nel vuoto.

Il Cardinale sembrerebbe una statua ma i suoi occhi, che guardano lontano, lo rendono umano e ci suggeriscono che ha dei pensieri spirituali.

The rson.

 

Cardinale Trevisan di Mantegna
Portrait of Cardinal Trevisan by Andrea Mantegna, c.a. 1459

 

I protagonisti interagiscono uno con l'altro. Il ritratto diventa sempre più vivo. C'è dialogo e relazione.

In questo ritratto del Ghirlandaio i colori fanno pensare ai dipinti fiamminghi, che ebbero una grande influenza sulla ritrattistica italiana per gli aspetti realistici e i dettagli; osserva la pellicetta dell'abito nel collo del vecchio, e la peluria sulla fronte.

Qui notiamo addirittura che i difetti fisici (il naso dell'uomo) vengono inseriti nel ritratto senza alcun problema.

Characters interact with each other. The portrait becomes more and more alive. There is dialogue and relationship.

In this portrait by Ghirlandaio, the colors are reminiscent of Flemish paintings, which had a great influence on Italian portraits (for the realistic aspects and the details: see the fur around the neck of the old man and the hair on the forehead).

Here we see that even physical defects (see the man's nose) are shown in the portrait without any problems.

 

Ritratto di vecchio e giovane del Ghirlandaio
Portrait of an old man and his grandson, by Domenico Ghirlandaio c.a. 1490

 

Ma il ritrattista rinascimentale per eccellenza è Tiziano.

Nell'immagine seguente vediamo come Tiziano usi due elementi molto importanti, lo sfumato e l'imponenza.

Il tratto sfumato, una tecnica tipica di Leonardo da Vinci, conferisce morbidezza all'immagine mentre l'imponenza dell'atteggiamento del personaggio, quasi una sfrontatezza, rende l'immagine più forte.

Il famoso e irriverente poeta Pietro Aretino, a cui Tiziano aveva fatto un ritratto, disse del quadro "respira, batte i polsi e muove lo spirito nel modo ch'io mi faccio in la vita".

But the Renaissance portraitist par excellence is Tiziano.

In the following image we see how Titian uses two very important elements:

 

1. The sfumato. The line is blurred, very soft. This was a typical technique used by Leonardo da Vinci.

2. Theatrical use of color and attitude.

 

The famous and irreverent poet Pietro Aretino, when Titian made his portrait wrote "it breathes, beats the wrists and moves the spirit as I do in my life."

 

Violante di Tiziano 1515 circa
Portrait of Violante, by Tiziano Vecellio, 1515

 

Pitero Aretino by Tiziano

Portrait of Pietro Aretino, by Tiziano Vecellio, c.a. 1548

 

In questa panoramica di ritratti rinascimentali non poteva mancare Leonardo, con il quadro più celebre del mondo: Monna Lisa.

Il soggetto ha una doppia torsione: il busto è girato da una parte e il viso dall'altra. Ci guarda e sorride. La tecnica dello sfumato, usata con maestria assoluta, dà all'opera una morbidezza eccezionale.

Si dice che l'opera raffiguri Lisa Gherardini, cioè Monna Lisa (un diminutivo di "Madonna" che oggi avrebbe lo stesso significato di "Signora"), moglie di Francesco del Giocondo (quindi la "Gioconda"), ma ci porta anche un'icona femminile, assoluta, enigmatica e provocatrice.

Con Leonardo il ritratto si muove dalla pura rappresentazione al gioco psicologico.

In this overview of Renaissance portraits we could not miss Leonardo, with the most famous painting in the world: Mona Lisa.

The subject has a double twist: the bust on one side and the face on the other. She looks at us and smiles. The sfumato technique, used with absolute mastery, gives to the work an exceptional softness.

It is a work which not only depicts Lisa Gherardini, Mona Lisa (a diminutive of "Madonna" which today would have the same meaning as "Lady"), wife of Francesco del Giocondo (hence also called "La Gioconda"), but it also brings to us a feminine, universal and enigmatic icon.

With Leonardo, the art of portrait moves from simple representation to psychological introspection.

 

La Gioconda by Leonardo da Vinci
La Gioconda by Leonardo da Vinci, 1503-1504

 

Portrait of Isabella d'Este by Leonardo

Studio for a portrait of Isabella d'Este by Leonardo da Vinci, c.a. 1452-1519

What a difference from the below Isabella's portrait by Tiziano!

 

Portarait Isabella D'Este

 

 

Il tuo ritratto

 

Il ritratto è anche un modo per riflettere su se stessi. Una ricerca di sé, un guardarsi e interrogarsi al tempo stesso.

La grande Isabella d'Este fu ritratta molte volte. Attraverso i versi poetici di...

 

o attraverso i dipinti di grandi artisti.

 

 

 

Dopo questa panoramica di ritratti storici e in questa ottica di ricerca di sé, se tu dovessi mostrare un tuo ritratto, qualcosa che in questo momento ti rappresenta in maniera più fedele possibile, cosa faresti vedere o ascoltare? Sì certo, il tuo ritratto può essere un disegno, un dipinto, una foto ma anche una poesia, una canzone, un racconto... qualsiasi cosa che ti rappresenti. Lo puoi mostrare o fare ascoltare?

Your portrait

 

 

NOTE ABOUT THE AUTHOR

 

Mi piace definirmi una donna rinascimentale perché sono eclettica, molto interessata allo sviluppo del potenziale umano che ogni persona ha dentro di sé.

I miei interessi si estendono dalla comunicazione, alla storia, alla filosofia, all’arte e a molte discipline orientali.

Credo fermamente che l’educazione e l’apprendimento siano il futuro dell’umanità e mi piace contribuire al mondo con il mio lavoro.
Ho fondato il sito www.cyberitalian.com per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana attraverso Internet.

 

 

 

BIBLIOGRAPHY

 

Maria Bellonci, Rinascimento privato

 

Antonio di Pierro, il sacco di Roma

 

La storia dell’arte, Ernst H. Gombrich

 

Francesco Guicciardini Storia d'Italia (V, l. XVIII, cap. VIII)

 

AVE Mary Michela Murgia

 

 

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