Sono molto felice che quest’anno il premio Campiello è stato vinto da Michela Murgia con il suo affascinante libro: ‘La accabadora’.
E’ un romanzo forte e intenso. Ambientato nella Sardegna degli anni Cinquanta, affronta temi fondamentali come la Maternità e la Morte. La maternità non è infatti solo l’atto che vede ciascuno di noi venire al mondo: è anche ciò che si instaura tra la vecchia Bonaria Urrai e la piccola Maria, che diviene sua fill’e anima, figlia non di sangue ma per scelta.
C’è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c’è un’aura misteriosa che l’accompagna, insieme a quell’ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno, e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta ad entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell’accabadora, l’ultima madre.
Clicca qui per ascoltare un brano dell’audiolibro pubblicato dai nostri amici de IlNarratore.com. La lettura è affidata all’autrice, Michela Murgia.


La biblioteca nacque in seguito ad un disegno rimasto oscuro attraverso i secoli, ci racconta l’abate benedettino de “Il Nome della Rosa”, il romanzo di Umberto Eco di maggior successo. Nessuna verità, continua l’abate, può essere rivelata a tutti, come nessuna bugia può essere riconosciuta come tale dagli spiriti pii. Il libro è una fragile creatura, ci dice, che soffre dell’usura del tempo.
Il celebre pittore Caravaggio è la star italiana dell’anno 2010.


Pensi di essere l’unico ad avere problemi con la pronuncia e la lingua italiana? Guarda Dustin Hoffman, (vincitore d’Oscar), mentre pratica italiano, impara una delle poesie più famose, ripete a voce alta, si arrabbia e si diverte.