Montalcino: la vecchia strada romana si svolge in direzione nord attraverso le terre etrusche. La via Cassia si snoda, sale e ricade verso nord da Roma attraverso i vigneti del centro Italia. Attraverso le nebbie d'inverno sul monte Cimino e i tramonti splendenti sul lago di Bolsena. |
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Passata l'etrusca Orvieto e la sua grande cattedrale gotica. Attraverso le porte dal Lazio in Val d'Orcia, a sud della Toscana, dominata dal monte Amiata di 1800 metri a ovest e dalla città collinare di Radicofani a est. Verso nord di una delle ultime frontiere europee della società rurale. E oltre, verso Siena e Firenze, le magnifiche capitali dell'arte del paese del vino toscano. |
Gli amanti dell'arte del vino viaggiano in queste zone indirizzandosi verso gli altopiani del vino di Brunello nella terra senese. Vale la pena di fare una deviazione a est, verso la "città rinascimentale ideale" di Pienza costruita 500 anni fa dal futuro Papa Pio II. Ciò aumenta l'attesa. |
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La città fortificata di San Quirico domina la campagna selvaggia che precede un'elusiva Montalcino. Foreste di quercie, burroni e gole sono sinistre e surreali come tutte queste terre che gli ambigui e pretenziosi etruschi abitarono 2500 anni fa. I campi che si srotolano e la terra arata, circondati da colline coperte di cipressi, fanno presagire che Montalcino diventi lunare verso il tramonto. Il viaggiatore assiduo potrà ricordare le stesse scene dipinte sulle tele di maestri toscani ed esposte nei musei di tutto il modo. |
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L' oscura Montalcino appare di fronte all'improvviso. E l'eccitamento incalza. "È sempre come conquistare una città arroccata e fortificata" commenta il nostro compagno di viaggio toscano, Giorgio, premendo sull'acceleratore in salita. Per il romantico del nord entrare in una città toscana è un momento magico. In modo simile, ma anche diverso, ogni città emana il suo mistero. Si sa cosa aspettarsi, ma la realtà di quest'unico microcosmo di ciò che era ed è l'acme della vita sociale è sempre una sorpresa. |
Le porte si aprono su un palcoscenico di pietra. Un palcoscenico di viuzze che salgono e scendono, di tetti, di giardini discreti e di spazi aperti. Un certo aroma di vino, reale o immaginario, si respira nell'aria. |
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La cittadina di 5000 anime è veramente una città. Era già una città nell'anno 1000. Cinquecento anni più tardi, gli esiliati senesi si barricarono all'interno delle sue mura per difendersi dalle truppe fiorentine e imperiali. |
Se Firenze dominò precedentemente l'altra capitale del vino, la Montepulciano infestata da fantasmi a 40 chilometri di distanza, Montalcino è sempre stata legata a Siena. |
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La "Repubblica di Siena a Montalcino" fu l'ultima libera città-stato d'Italia, prima che si arrendesse agli egemonizzanti fiorentini, inizio del processo di unificazione della Toscana. Oggi, la qualità che distingue i più simpatici montalcinesi dai "Poliziani" di Montepulciano è il loro orientamento verso la Siena effeminata piuttosto che la severa Firenze. Tuttavia, tutte le città a sud della Toscana, da Castiglione a Montepulciano, da Pienza a Montalcino, hanno in comune la loro cultura rurale e contadina. |
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La Società Toscana Contadina |
Bruscone divenne un brigante perché preferiva il vino, le donne e il canto alla vita del mezzadro nel suo villaggio nativo di San Quirico. Uno degli ultimi banditi toscani, Bruscone trovò una sistemazione migliore fra le foreste scure intorno a Montalcino. Il seduttore e amante del vino divenne una leggenda nelle campagne dei Barbi, vicino a Montalcino. Visse una vita libera, basata sulla caccia al cinghiale, conigli e donne, su piccoli furti e in generale sulla mancanza di rispetto per l'autorità. |
Come cacciatore principale della proprietà Barbi, Bruscone passava spesso dalle cucine che, in accordo con una vecchia tradizione toscana, offrivano a chiunque pane, zuppa e vino. Il suo fiasco di vino appeso in spalla era sempre pieno. |
Oggi la proprietaria di Barbi, Francesca Colombini Cinelli, ricorda che egli offriva addirittura "il vino di Bruscone a noi bambini". Libero e intelligente, come tutti i toscani, lo scrittore Curzio Malaparte dice che: -il bandito morì come uomo libero nel 1949 alla veneranda età di 85 anni in uno ospizio, secondo la leggenda, a causa del brutale contatto con l'acqua quando le suore ebbero la religiosa idea di lavarlo. |
Le famiglie rurali dell'area di Siena non avevano solo i vigneti. La famiglia tipica aveva maiali, pecore, api, uliveti, campi di grano e orti. I contadini producevano prosciutti e salsicce, pecorino e ricotta, miele, olio d'oliva, ortaggi e frumento. "E questo è ciò che facciamo ancora" dice Donatella Colombini, figlia di Francesca, la cui famiglia è proprietaria della azienda Barbi dal XVI secolo. "Il vino rende solo la metà dei nostri guadagni" dice Donatella modestamente, come se quelli del Brunello fossero marginali. |
"Le montagne toscane sono l'apice della società contadina" dice il sindaco Mario Bindi durante un cenone in un ristorante cittadino. "Una società segnata da un tipo di comunismo naturale e contadino che si sviluppò dai tempi della vecchia società agraria. I contadini toscani votano comunista contro i precedenti proprietari terrieri che gli centellinavano l'acqua e prendevano dal mezzadro una grossa parte della sua produzione. Paradossalmente, il nostro stile di vita ora è garantito dalle tradizioni secolari da una parte e da una buona gestione dall'altra. È la stessa storia per tutta la Toscana vinicola, da Montalcino a Chianti". Questo era un lungo discorso per un toscano. Ironici, sardonici toscani. Ridono quando gli altri piangono. E se gli altri ridono, loro guardano. Ci vuole molto prima che si aprano con gli estranei. Ma il vino Brunello è un agente sociale. Ammorbidisce i toscani. |
Più si conoscono i toscani e più si realizza che non sono differenti da quelli descritti dallo scrittore fiorentino Franco Sacchetti nel XIV secolo. "Orgogliosi e testardi, intelligenti e sarcastici, veloci a pentirsi quanto a peccare nuovamente". In Maledetti Toscani, Malaparte si vantò che i toscani sono gli unici a non temere l'inferno. "Vanno avanti e indietro a loro piacimento. O solo per urinare. Per i toscani l'inferno è dietro la collina, un posto simpatico, quasi come la Toscana, dove la gente è bizzarra, ribelle e irriverente. Non a caso Dante è un toscano e il suo inferno in Toscana". |
La città medievale di Montalcino su una collina di 564 metri che guarda la valle di Orcia, Arbia e Ombrone è circondata da una muraglia con sei porte. Una fortezza del XIV secolo domina la città. |
Il museo civico espone Della Robbia, terracotte e dipinti della scuola di Siena. L'abbazia di Sant'Antimo vicino a Montalcino è uno dei più bei monumenti romanici in Italia. Il sud della Toscana è completamente visibile dalla Rocca Fortezza, da Monte Amiata alle torri di Siena. Montalcino rimane come una sentinella sulla sua rocca, secolo dopo secolo, un vero balcone sulla Toscana. |
A chi importa se gli italiani sono ossessionati dalla gradazione alcolica dei loro vini? Rimane il fatto che la differenza fra un Brunello di 13.5 gradi e un qualsiasi altro vino rosso di 11 gradi corrisponde alla differenza fra guidare una Ferrari o una Ford Fiesta. Il Brunello è così famoso che, da quel che si dice, arricchisce la tavola delle famiglie reali d'Inghilterra e Olanda. |
La proprietà Barbi produce centomila bottiglie all'anno del migliore Brunello. Il loro classico "Brunello di Montalcino" è il vincitore di premi internazionali. Nel giugno scorso, Francesca Colombini ha presentato il vino sviluppato da lei, il Bruscone. Il leggendario cacciatore, brigante e amante del vino avrebbe approvato; lui stesso si è tramutato in un vino forte. |
12 Giugno 2025
TESTIMONIO (más...):
"Querido Pinocho, la he pasado fabulosamente hasta ahora aprendiendo italiano vía CyberItalian - grazie molto! Acabo de finalizar ..."