Quando il gentiluomo senese del tredicesimo secolo, Ghino di Tacco, decise di divenire un brigante da strada, stabilì la sua base d'operazione nel castello sopra Radicofani, sulla cima di una montagna che si affaccia sulla Val d'Orcia che la separa dal Monte Amiata. |
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Il luogo perfetto per depredare i pellegrini ricchi di passaggio dal nord Europa verso Roma. Dopo che rimase ucciso in azione, Ghino divenne una leggenda, una figura alla Robin Hood. Dante menziona Ghino di Tacco nel Purgatorio, VI, 13-14. Nel Decameron di Boccaccio Ghino è uno dei protagonisti: cattura l'abate di Cluny, lo cura da un disturbo allo stomaco ed è ricompensato da Papa Bonifacio per le sue buone azioni. |
L'ex leader socialista Bettino Craxi risuscitò anni fa questo bandito-benefattore, firmando con lo pseudonimo Ghino di Tacco, filippiche invettive, alle quali l'allora editore, proprietario del quotidiano La Repubblica, rispondeva con un libretto satirico raffigurando Craxi come un bandito contemporaneo. Radicofani era nuovamente nella mappa. Sono saliti verso la cittadina montana più turisti curiosi negli ultimi due anni che nei secoli dall'epoca di Ghino di Tacco. Questo, a dispetto del francese, scrittore e viaggiatore del diciottesimo secolo, Charles De Brosses, che definì la stazione delle carrozze di Radicofani "il più deprecabile manicomio italiano". |
La sede di Ghino di Tacco incombe sulla Via Cassia giù per la valle come un magnete. Vedi Radicofani e muori, direbbero i napoletani. La vedi e devi fare una deviazione su per la collina di 900 metri. Questa e il Monte Amiata, di 1800 metri di altezza, sono due portali, due sentinelle poste all'entrata della Via Cassia in Toscana. |
La Via Cassia fu l'autostrada nord-sud sin da quando il Romano Impero costruì le grandi strade consolari. Anche se nel Medio Evo prese il nome di Via Francisca o Via Francigena, perché collegava alla Francia, anche se prende altri nomi o addirittura sparisce in alcuni punti, la Via Cassia rimane un punto di riferimento da Roma al nord del Lazio e centro-sud della Toscana; lungo i laghi, attraverso l'Etruria e le migliori terre vinicole d'Italia intorno a Montepulciano, Montalcino e Chianti; oltre la grande città d'arte di Siena, fino all'antica Fiesole etrusca, oltre Firenze. |
Come si può catturare l'essenza di una grande autostrada? La Route 66 degli USA, la Romantische Strasse tedesca e le autostrade romane dell'Italia significano storia, cultura, tradizione e vita. La Via Cassia inizia e finisce sul Ponte Milvio di Roma, sul Tevere, l'antico ponte chiamato Ponte Molle che risale al 109 A.C. La Cassia si divide immediatamente in Cassia Antica e Cassia Nuova. La prima è una strada elegante residenziale-commerciale che serpenteggia sulla collina partendo dal fiume. L'ultima diventa il transito per il Ponte Olimpico e il Corso di Francia prima che si riuniscano, cinque chilometri più a nord, per ritracciare l'antica strada dei pellegrini. |
Roma innovò il sistema di autostrade mondiale, costruendo grandi vie consolari in tutti gli angoli dell'Impero. I romani vivevano le proprie strade come monumenti. Diverse da tutte le vie precedenti, le loro erano come muri piantati nel suolo, in linea con tombe e monumenti. Anche strane strade. Proprio all'entrata delle città più grandi del mondo, alcune erano così strette che due carrozze non potevano passarvi. Le vie consolari che si irraggiano da Roma portano nomi famosi come: Appia, Latina, Salaria, Flaminia, Aurelia, Tuscolana, Prenestina, Tiburtina, Severiana e Cassia. Sono tutte strade importanti che denominano i quartieri cittadini della Roma odierna. E sono le autostrade d'Italia. |
La Via Cassia, che corre lungo la cresta di una collina che separa due valli, collega il quartiere nuovo a nord di Roma, costruito durante l'espansione della capitale dopo la seconda guerra mondiale. Ancora a due corsie, la Via Cassia a Roma delinea file di palazzi, aree commerciali, teatri e scuole creando una congestione da traffico enorme. Cittadine originali, ora incorporate nella grande Roma, portano nomi esotici come: la Tomba di Nerone, Giustiniana, e La Storta. La Storta o la curva lungo la strada, menzionata spesso dai viaggiatori del XVII e XVIII secolo, era l'ultima fermata delle carrozze prima di Roma. Oggi è un grosso villaggio e un'intersezione maggiore sulla strada verso l'etrusca Veio; il primo accenno di vita suburbana, ancora in città, a 20 chilometri dal centro di Roma. |
La Via Cassia nacque insieme ai primi rapporti che i Romani instaurarono con gli Etruschi più a nord. Prende il nome dal proconsole Cassio Longino Ravilla, che la fece pavimentare fra il 117 e 107 A.C. Il suo percorso significa città etrusche, siti archeologici e musei. E il vino di cui gli Etruschi erano specialisti. Etruschi e vino, lungo tutta la strada da Roma alla vecchia capitale etrusca Fiesole, questa è l'essenza della Via Cassia. |
Veio! Il nome della prima grande città etrusca alle porte di Roma suona ancora minaccioso. E triste. Veio fu un ricco nemico del nuovo stato. Ma come Roma fiorì, Veio affondò. Gli Etruschi di Veio resistettero contro la giovane Roma per 357 anni, prima che le legioni romane distruggessero la città nel 396 A.C. E Veio fu seppellita dalla storia. I principi della Chiesa, Orsini e Farnese, in seguito costruirono un castello sul sito etrusco. Il villaggio e castello di Isola Farnese è abitato; offre un'atmosfera rurale dove trovarsi per una pizza o un aperitivo. Gli scavi recenti hanno fornito un vasto materiale, come l'Apollo di Veio, per il museo etrusco di Roma. Potete visitare il tempio di Apollo, una vecchia via romana, le tombe e le grotte, ma soprattutto sentirete il mistero delle scure gole e burroni che segnano le zone etrusche. La tragedia fluttua nell'aria qui, come nelle grotte degli indiani in Nord America. La tragedia di una popolazione scomparsa. Quando Veio cadde, il resto dell'Etruria cominciò a sgretolarsi. Una civilizzazione che arrivò sino alla Toscana (che deriva il suo nome dagli Etruschi) e a nord fino a Fiesole e oltre. |
Le legioni di ferro marciavano verso nord. Per questo paesaggio collinoso ai piedi dei Monti Sabatini attraverso i burroni e le alture. Le nuove leve dei Latini e dei Volsci si riversarono sull'etrusca Nepet, costruita in cima ad una vasta zona di tufo. Secoli dopo, i Goti e i Bizantini arrivarono in questa città all'entrata del territorio romano, prima della sua distruzione da parte dei Longobardi. Rinata come Nepi, la cittadina di frontiera divenne parte del territorio laziale della Chiesa , abbandonato e desolato da secoli. Terre ora segnate da ville con tetti di tegole rosse, stalle e ristoranti di campagna. E a Nepi troviamo una delle maggiori necropoli etrusche, una cattedrale neoclassica e l'acqua minerale favorita dai romani: "Nepi". |
Con Nepet crollò anche Sutri, la vecchia Sutrium che divenne l'avamposto romano principale contro le incursioni etrusche provenienti dalle scure foreste del vicino Monte Cimino. Misteriosa Sutri. Dove la pazzia aleggia nell'aria delle sue vie e piazze scure. |
Dove alcuni anni fa un prete-sultano fu denunciato dai suoi prigionieri, circuiti e indirizzati ai riti divini dell'Opera dell'Amore, in cui dozzine di credenti furono tenuti per cinque anni in una febbre di fede, perversione e sesso. La pazza Sutri, dove, secondo molti poeti prima di Ariosto, nacque Orlando Furioso. |
Le strade ad anello ci portano alla seconda città del Lazio, Viterbo, a 85 chilometri da Roma, una vecchia città d'arte, di commercio e industria. Ma questo non è il momento per visite cittadine. Questo è un viaggio su autostrada. Un viaggio fra gli Etruschi e il vino, entrambi legati dallo stile di vita dei primi e dalla cultura del secondo. |
Le legioni romane marciarono tranquillamente per un giorno attraverso gli indifesi deserti vicino a Viterbo, prima di salire la collina di 600 metri dell'odierna Montefiascone, che si affaccia sul grandioso lago di Bolsena. Un'altra città religiosa, con un'importante cattedrale e chiese; Montefiascone è famosa per i suoi vini bianchi chiamati EST EST EST. La tradizione è confusa: forse un viaggiatore tedesco scrisse a casa che il vino qui EST buono. Oppure morì per un overdose di vino qui sulle colline. |
(continua) |
28 Luglio 2025
TESTIMONIO (más...):
"Querido Pinocho, la he pasado fabulosamente hasta ahora aprendiendo italiano vía CyberItalian - grazie molto! Acabo de finalizar ..."